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Il contributo delle rinnovabili alla lotta climatica

Il contributo delle rinnovabili alla lotta climatica

Fotovoltaico ed eolico continuano a trainare la crescita delle rinnovabili a nuovi livelli record, ma gli sforzi mondiali per triplicare la capacità installata entro il 2030 appaiono ancora troppo lenti. Un’inerzia che si riflette anche sulla consegna dei nuovi Contributi Determinati a Livello Nazionale

 

La 28esima Conferenza delle Parti dell'UNFCCC, la Convenzione ONU sui cambiamenti climatici, ha rappresentato un momento storico per la transizione energetica globale. Per la prima volta quasi 200 Paesi hanno assunto importanti impegni collettivi in materia energetica per mantenere a portata di mano l'obiettivo dell'Accordo di Parigi di limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C. I governi hanno messo nero su bianco l’obiettivo di triplicare la capacità di energia rinnovabile installata e di raddoppiare i miglioramenti dell'efficienza energetica, accelerando “una transizione giusta, ordinata ed equa dai combustibili fossili”.

Oggi, a quasi due anni di distanza, la strada percorsa è molta ma decisamente non abbastanza.

Nel complesso il 2024 è stato un anno d'oro per le rinnovabili. A livello globale è stata installata una capacità di 740 GW, il più grande incremento annuale mai raggiunto sino ad oggi e, al tempo stesso, un contributo essenziale alla lotta climatica. Nello stesso anno, infatti, la domanda di energia nel mondo è aumentata in maniera netta a causa di ondate di calore record, nuove misure di stimolo economico, e una forte ripresa dei consumi nei settori residenziale e dei servizi. Trend che hanno fatto a loro volta lievitare le emissioni totali di CO2 (legate all'energia) dello 0,8%, raggiungendo il massimo storico di 37,8 Gt di CO2. Il risultato, sottolinea l'Agenzia Internazionale dell'Energia, sarebbe potuto essere ben peggiore senza il contributo delle green energy sulla crescita del fabbisogno. Basti pensare che le principali tecnologie pulite oggi riescono ad evitare all’atmosfera circa 2,6 Gt di emissioni l'anno, equivalenti al 7% delle emissioni globali di CO2 legate all'energia.

Il gap da colmare, tuttavia, rimane elevato e ogni ritardo nell’azione rende più sfidante il target futuro. Per intenderci, l'obiettivo concordato alla COP 28 di Dubai prevede di raggiungere una capacità rinnovabile installata a livello globale di 11.174 GW. Con le aggiunte del 2024, rimangono ancora 6.564 GW da realizzare. Da oggi fino alla fine di questo decennio, dovremmo mettere in esercizio ogni anno oltre 1.094 GW di nuova capacità rinnovabile.

Beninteso: si tratta di un obiettivo possibile reso tale anche da costi estremamente competitivi ma è innegabile che a livello politico vi sia ancora una buona resistenza.

A partire dallo scorso anno molte delle principali economie hanno ritirato o ritardato le proprie misure in materia di clima ed energia sostenibile. L’esempio più eclatante? Il 20 gennaio, il presidente Donald Trump ha firmato gli ordini esecutivi che impongono il ritiro degli Stati Uniti dall'Accordo sul Clima del 2015.

E ancora: solo una manciata di Paesi hanno rispettato la scadenza di febbraio 2025, stabilita dalle Nazioni Unite per presentare i nuovi Contributi Determinati a Livello Nazionale (NDC 3.0) per il periodo 2025-2035. Gli NDC costituiscono la base per le azioni che ciascun governo intraprenderà per limitare il riscaldamento globale, anche sotto il profilo energetico. Nei precedenti contributi, presentati da 194 Stati, solo 14 includevano obiettivi espliciti per la capacità rinnovabile 2030. Per un totale di 1.300 GW, ovvero appena il 12% dell'impegno globale di triplicazione, che richiede almeno 11.174 GW entro la stessa data. Anche considerando le misure “rinnovabili” citate nei Piani la somma non superava i 7.238 GW per la fine del decennio.

Il livello di ambizione dovrebbe alzarsi con i nuovi NDC 3.0, peccato che ad aver rispettato la deadline di consegna siano stati solo 13 Paesi, e altri 9 si sono aggiunti in questi mesi. Poco più dell’11% del totale. Non solo. Dall’analisi dei 22 NDC 3.0 consegnati si scopre che solo 16 Paesi hanno aumentato i propri impegni nelle rinnovabili. Negli altri casi gli sforzi sono rimasti invariati se non addirittura abbassati. Il risultato? Il miglioramento raggiunto è minimo: appena il 2% per un totale di 7.380 GW.

Tutto ciò riflette una più ampia tendenza di riduzione dell'ambizione, dovuta alle nuove dinamiche politiche e alla pressione economica, impossibili da ignorare.

Come non mancare la meta? Ovviamente l'aumento degli impegni nazionali, seguito da una rapida attuazione, può contribuire a rendere raggiungibile l'obiettivo globale di triplicare le green energy entro il 2030. Obiettivi nazionali chiari e ambiziosi sono essenziali per pianificare la flessibilità del sistema, mantenere le promesse climatiche e orientare gli investimenti in nuova capacità rinnovabile. Quest’ultimi, secondo IRENA, l’Agenzia internazionale delle Energie rinnovabili, dovrebbero triplicare, passando dai 570 miliardi di dollari nel 2023 a 1.500 miliardi di dollari all'anno tra il 2024 e il 2030.

Altrettanto fondamentale sarà semplificare le procedure di autorizzazione, modernizzare ed espandere le infrastrutture di rete e i sistemi di stoccaggio, puntando sempre di più sulla gestione della domanda e altre opzioni di flessibilità dal lato dell'offerta.

Articolo realizzato in collaborazione con Rinnovabili

PUBBLICAZIONE

26/08/2025

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