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04-06 Marzo 2026 Quartiere Fieristico di Rimini
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Le professioni della transizione energetica

Le professioni della transizione energetica

La trasformazione globale del nostro sistema energetico verso fonti rinnovabili e a zero emissioni comporterà anche una trasformazione dell'occupazione a livello globale

 

La transizione energetica è divenuta uno dei più grandi datori di lavoro su scala globale. Negli ultimi anni, la domanda di manodopera specializzata in efficienza energetica e tecnologie per l'energia pulita, come solare, eolico, batterie e pompe di calore, è aumentata vertiginosamente. Complici i nuovi trend della digitalizzazione, il settore ha preso la rincorsa e oggi sta plasmando professioni, competenze e specializzazioni completamente nuove.

Ma ha anche evidenziato una serie di carenze, soprattutto nei ruoli più tecnici, e fatto emergere una buona dose di preoccupazione per comparti storici come quello degli idrocarburi.

In questo contesto in divenire, appare essenziale comprendere la portata dei cambiamenti che alcuni segmenti del mercato sono destinati a subire nel prossimo decennio, individuando i settori dove la domanda di lavoratori crescerà di più, ma anche le capacità in grado di determinare il successo e le competenze richieste dalla transizione energetica in atto. Temi cari a KEY - The Energy Transition Expo, l’evento che dal 4 al 6 marzo 2026 trasformerà la Fiera di Rimini nell’hub della transizione e dell’efficienza energetica.

Nella sua nuova edizione, ancora più ampia e ricca, l'appuntamento ha dedicato uno spazio puntuale alle imprese che guardano al futuro. Parliamo dell'Innovation District, un padiglione dedicato esclusivamente all'innovazione e a quelle realtà che investono in ricerca e sviluppo nell’ottica di creare opportunità di business e favorire il dialogo tra il mondo aziendale e delle startup. In questi spazi attraverso il progetto "Green Jobs & Skills", KEY 2026 si propone come facilitatore tra domanda e offerta di lavoro. Sia per chi cerca
 - neolaureati, maturandi di istituti tecnici, ricercatori o professionisti - che per chi offre. L’evento metterà a disposizione uno spazio digitale per gli incontri tra giovani e aziende e al tempo stesso offrirà una giornata dedicata all'orientamento e alla formazione.

 

La forza lavoro della transizione energetica

Partiamo dallo scenario attuale e dai 76 milioni di persone che lavorano nell’energia. Secondo l’ultimo rapporto elaborato dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), nel 2024 la crescita dell'occupazione nel settore energetico globale ha superato l'aumento dei posti di lavoro nell'economia in generale per il terzo anno consecutivo. Merito del grande traino del segmento elettrico - generazione, trasmissione, distribuzione e stoccaggio - che con 22,6 milioni di occupati non solo ha battuto la filiera della fornitura dei combustibili, ma è anche divenuto il più grande datore di lavoro energetico al mondo. Il fotovoltaico è stato indubbiamente il principale motore di questa domanda con oltre 5,5 milioni di unità.

Ma dalle pagine del report IEA emerge chiaramente un trend: l'elettrificazione dei consumi non sta semplicemente trainando l’occupazione, ne sta anche cambiando la natura. Lo dimostrano bene due segmenti fra tutti: il settore dei veicoli elettrici (batterie comprese) e quello dell’efficienza energetica che contano rispettivamente 3,5 milioni di persone e 14,3 milioni di lavoratori. Per entrambi si è registrato nell'ultimo anno un aumento dovuto, da un lato, alla riqualificazione della forza lavoro (come nel caso degli installatori di caldaie passati alle pompe di calore) e, dall’altro, alla creazione di nuove professioni dedicate, come i produttori di batterie EV e gli installatori di apparecchiature elettriche industriali.

 

Uno sguardo alle professioni del futuro

La domanda che sorge spontanea è: come cambieranno le professioni legate alla transizione energetica nei prossimi anni? E quanti posti di lavoro metteranno a disposizione? Sempre secondo il rapporto "World Energy Employment 2025" della IEA, in uno scenario Zero Emissioni Nette al 2050 - caratterizzato da una transizione accelerata - la forza lavoro totale nel settore energetico si espanderebbe in modo significativo, con un aumento sensibile delle richieste di personale per un totale di quasi 15 milioni di lavoratori in più entro il 2035.

In questo contesto, il fotovoltaico continuerà a essere il maggiore generatore di posti di lavoro, ma anche l'occupazione nel settore eolico crescerebbe rapidamente a un tasso annuo composto (CAGR) del 9% fino al 2035.

L'allineamento al percorso zero emissioni richiederebbe anche un aumento dell'occupazione nel comparto dell’idrogeno a basse emissioni a un tasso di crescita annuo del 28% fino al 2035. Un ritmo simile a quello osservato per lo stoccaggio delle batterie negli ultimi nove anni. Ovviamente, anche la transizione ai veicoli elettrici accelererebbe ulteriormente, al punto da poter raggiungere oltre il 90% del totale dei posti di lavoro nel settore della produzione di veicoli entro il 2035 (produzione di batterie comprese).

Questi pronostici sono indissolubilmente legati a politiche climatiche ambiziose; tuttavia anche senza gli sforzi necessari a raggiungere le zero emissioni per la metà del secolo, la transizione energetica non si fermerà, così come non si fermerà l’evoluzione delle professioni.

Le esigenze dei sistemi energetici globali - sempre più elettrificati, connessi e decentralizzati - stanno rimodellando le richieste delle imprese. In futuro vi sarà un crescente bisogno di figure specializzate nell’accumulo energetico, nelle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici, nelle micro e smart grid, e nell’IoT. Aumenterà la domanda di professionisti nell’ambito monitoraggio e gestione della produzione fotovoltaica ed eolica, così come crescerà la domanda di gestori di asset.

La grande rivoluzione della digitalizzazione avrà effetti concreti, aumentando il bisogno di specialisti nella gestione dei dati, nella manutenzione predittiva degli impianti e nella sicurezza informatica, aprendo le porte anche a chi lavora con l’intelligenza artificiale.

Nonostante sia difficile prevedere la natura, la diffusione e l'impatto delle applicazioni di IA sulla transizione, è indubbio che molti settori dell'innovazione energetica siano caratterizzati da problematiche che l'intelligenza artificiale potrebbe risolvere. Da spazi di progettazione altamente complessi alla necessità di bilanciare i compromessi prestazionali per un risultato ottimale, fino all’analisi di enormi quantità di dati.

 

Le sfide da affrontare

Come mostrano le ultime analisi di settore, il settore sta iniziando a mostrare i primi segni di una carenza di lavoratori qualificati. Carenza aggravata dall'invecchiamento della manodopera e che si avverte soprattutto nei ruoli tecnici applicati (installatori, elettricisti, ingegneri) che costituiscono oltre la metà della forza lavoro energetica.

Per affrontare la futura domanda è necessario, quindi, essere preparati, colmando i gap e individuando le nuove esigenze del mercato.

Attualmente le professioni più richieste e difficili da trovare sono:

 

Categoria Professionale

Settore

Elettricisti

Reti elettriche, impianti fotovoltaici, edilizia

Installatori

Impianti fotovoltaici

Tecnici di rete

Trasmissione e Distribuzione

Idraulici e installatori di tubature

Idrogeno, CCS, Pompe di Calore

Saldatori

Progetti infrastrutturali

Ingegneri e Tecnici Specializzati

Impianti eolici offshore

 

 

 

Guardando al futuro prossimo, la transizione energetica richiederà soprattutto professionisti in grado di combinare la conoscenza tecnica con aspetti economici, gestionali e sociali.

Ecco perché i programmi universitari dovrebbero evolvere dai tradizionali STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) a offerte formative che integrano le Scienze Sociali e Umanistiche, in particolare business, management, economia e finanza. Così come sarà necessario accelerare la creazione di competenze ICT e in aree prioritarie come le smart grids, la simulazione di sistema e l’efficienza energetica.

Allo stesso modo, sarà necessario investire in attività di Reskilling (riqualificazione) e Upskilling (miglioramento delle competenze) per chi oggi lavora in settori più colpiti dal cambiamento. Circa due terzi dei lavoratori del settore petrolio e gas possiedono le competenze di base necessarie per passare ad altre parti del settore energetico. In particolare, l'eolico offshore, la geotermia e la cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) hanno una forte sovrapposizione di competenze (ingegneri di progetto, saldatori, tecnici di perforazione) con quelle degli idrocarburi.

 

Articolo realizzato in collaborazione con Rinnovabili.

PUBBLICAZIONE

17/12/2025

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