Analisi delle ultime tendenze in materia Power Purchase Agreement in Europa e in Italia
I contratti di compravendita dell'energia pulita, noti come PPA (acronimo di Power Purchase Agreement), svolgono un ruolo di primo piano nel garantire la transizione e la sicurezza energetica. Lo sa bene l'Unione europea che, nella riforma del mercato elettrico, ha imposto agli Stati membri di promuovere il ricorso a tali accordi. E lo sa bene anche l'Italia che negli ultimi mesi ha affinato una serie di strumenti normativi proprio a supporto dei PPA.
Ma al di là della visione comunitaria e dei vari obiettivi nazionali sulle rinnovabili, come sta andando il mercato degli accordi di acquisto a lungo termine?
Per dare uno sguardo da vicino alle potenzialità del settore, in particolare quello italiano, l’appuntamento da non perdere è KEY CHOICE – Unlock the future of PPA, l’evento B2B di KEY – The Energy Transition Expo, in programma il prossimo 3 marzo 2026. La conferenza, organizzata da IEG (Italian Exhibition Group) in collaborazione con Elemens, nasce per mettere in contatto i fornitori di energia con le aziende ad alto consumo energetico, al fine di facilitare la firma dei Power Purchase Agreement.
Evento anticipatore della celebre fiera internazionale, KEY CHOICE 2026 riunirà ancora una volta analisti, operatori del settore, aziende energetiche, istituzioni, studi legali e finanziari per mettere a fuoco sfide e opportunità di un settore quanto mai dinamico. E non solo nel Belpaese.
Guardando indietro, al 2024 europeo, i segnali appaiono abbastanza positivi. Lo scorso anno nel Vecchio Continente il mercato dei PPA per le energie rinnovabili ha registrato un forte trend di ripresa, contrattualizzando quasi 19 GW di nuova capacità. Il dato arriva dall’ultimo rapporto di Wood Mackenzie che segnala l’impennata dei Power Purchase Agreement e il ruolo di traino esercitato da due mercati in particolare. Parliamo di Spagna e Germania, in testa per attività PPA registrate e con un 30% della capacità totale contrattualizzata. A seguire Polonia, Regno Unito e Grecia, entrati nella top five per tutte le tipologie di accordi di compravendita energetica, ovvero corporate, route-to-market e utility.
Nel complesso sono proprio i corporate PPA, ossia gli accordi in cui l’acquirente è un’impresa che utilizza l'energia per il proprio fabbisogno operativo, a guidare la crescita. Nel dettaglio lo scorso anno i PPA aziendali hanno coperto oltre il 70% del mercato europeo dei Power Purchase Agreement, con il settore dell’IT e i data center nel ruolo dei maggiori compratori.
Seguono gli accordi route-to-market, in cui invece l’acquirente è un aggregatore, un trader o un fornitore che agisce da intermediario per la rivendita dell’energia sul mercato all’ingrosso. Una tendenza che, almeno da un primo sguardo al 2025, sembra essersi invertita. I corporate PPA sono calati del 40% nei primi sei mesi dell’anno, compensati però dalla crescita degli Utility PPA. E i prezzi? Per ora i dati definitivi appartengono al 2024, quando il mercato ha registrato dei ribassi parallelamente al calo dei prezzi all'ingrosso dell'energia, anche se con differenze sostanziali a seconda della tecnologia coinvolta e del paese.
In questo contesto vale la pena soffermarsi su un trend che sta progressivamente aumentando il suo peso nel settore: la diffusione di accordi multi-tecnologia. Ben inteso, il fotovoltaico continua a rappresentare la quota maggiore nella capacità contrattualizzata. Tuttavia i PPA ibridi - che combinano l'energia eolica e quella solare - o quelli innovativi - con impianti rinnovabili in co-locazione con sistemi di accumulo a batteria - sono progressivamente in aumento. Approcci che permettono da un lato di migliorare la fornitura energetica, soprattutto con clienti come i data center che hanno bisogno di energia 24 ore su 24, e dall’altro di affrontare la sfida dei prezzi negativi.
Questo passaggio verso strutture d’accordo più sofisticate offre diverse possibilità per l’Italia. Il Belpaese è senza dubbio nella rosa dei 10 principali mercati europei per i PPA, posizione che si è ulteriormente consolidata nel 2025. Al punto che il mercato nazionale è stato il secondo più attivo nella prima metà dell’anno, dopo la Spagna, con 14 operazioni per oltre 720 MW di capacità contrattualizzata solo nel primo trimestre (dati Pexapark). Rispetto alla capacità totale, circa 613 MW sono legati solo al fotovoltaico. Rispetto al 2024, a livello nazionale l'appetito delle aziende per questi contratti è andato rapidamente crescendo, così come le dimensioni degli accordi: a giugno è stato annunciato un corporate PPA per l’energia solare da ben 420 MW, il più grande mai registrato nel Paese.
Il merito va a un insieme di fattori tra cui un quadro più rassicurante, sebbene l’attesa per le aste del FER X Transitorio abbia portato a un rallentamento delle attività PPA nel terzo trimestre dell’anno. Lo dimostrano i dati di settore: da luglio a settembre 2025 infatti i volumi firmati sono scesi a soli 369 MW. Si prevede però un ulteriore e rapido cambiamento del quadro una volta inquadrati i risultati del FER X.
Secondo gli analisti, è facile che tutti gli sviluppatori rimasti fuori dalle graduatorie del regime ricorreranno a contratti privati per valorizzare la propria capacità. Più avanti un ruolo chiave lo giocherà anche l’Energy Release 2.0, su cui si attende la registrazione da parte della Corte dei Conti, ma anche i nuovi strumenti dedicati, dal mercato di negoziazione dei contratti PPA al sistema di garanzia pubblica per mitigare il rischio di default.
E nel resto d’Europa? Le performance migliori sono quelle del mercato spagnolo, cresciuto del 51% su base annua grazie a 462 MW contrattualizzati nella prima metà del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024.
Articolo realizzato in collaborazione con Rinnovabili.
PUBBLICAZIONE
29/10/2025